No paint no gain.

Stasera vado a vedere una mostra a Trastevere. Esposte in una galleria, circa 200 tele di un centinaio di pittori. Tra questi, mio padre.
Mio padre che il mese scorso, dopo più di trent'anni di commercio, ha chiuso la società. "E' finita, oggi sono solo spese". Mio padre che a 55 anni non ha più un lavoro.
Mio padre che è tornato a dipingere come faceva da ragazzo. Una mattina il fischio dell'arbitro l'ha svegliato: figli due, tempo libero zero. Mia madre aveva lasciato il lavoro da poco per evitare che la tv ci crescesse al posto suo. Fine della partita.
Vent'anni senza staccare il piede dall'accelleratore neanche per un secondo.

Poi, l'anno scorso, una concatenazione di momenti di merda mai vista prima. Perde il controllo, sbanda pericolosamente più di una volta ed è costretto ad frenare. Scende dalla sua vita e la guarda incredulo.
Non chiama nessuno, non vuole nessuno. E' fatto così. Per giorni e giorni resta lì, immobile, a guardare quel bolide con le ruote a terra. In quel periodo passano da quelle parti una serie di meccanici improvvisati che riescono solo ad aggravare la situazione.
Forse sarebbe ancora laggiù a rimuginare sul nulla se non fosse stato per una telefonata che lo scuote e lo costringe a rimontare in sella a tutta birra fregandosene dei danni.
"Sei diventato nonno", gli dico.
Ritorna in sè - o almeno ci prova - e riparte.
In qualche modo ne è uscito ma odio dover ammettere che la sua faccia è diversa e non in senso figurato. Colpa di quei mentecatti di meccanici da due lire, gente che approfitta della temporanea fragilità delle persone e ci lucra su. Forse peggio di loro c'è solo la fame.
Mio padre che suona La Casa del Sole alla chitarra e stravede per Gigi Proietti e Barry White.
Mio padre che cucina da dio e fa innamorare le vicine di casa sposate con figli.
Mio padre che, senza dire una parola al riguardo, mi ha insegnato che un uomo può essere di più di una combo calcio/figa/automobilenuova.

Ok, la maggior parte delle cose che espone sono copie reinterpretate dei lavori di Vettriano ma non importa. E' la sua prima mostra in assoluto e anche se come al solito vuol fartela sembrare una cosa da nulla, non sta più nella pelle. Lo vedo.
Pare che nei giorni precedenti alcune sue tele siano state vendute a prezzi di tutto rispetto.
Ora va a trattare con il curatore per definire i prezzi delle altre.
Il commercio ci mette molto meno di trent'anni per entrarti nel sangue e se lo lasci fare diventi una macchina da guerra.

E' un pò che non lo vedo sfoggiare un sorriso business mentre legge i pensieri dei suoi clienti e vi assicuro che è uno spettacolo. Sapere che stavolta lo farà per i suoi quadri spazza via l'inquietudine del mio lato razionale, quello che mi dice che d'ora in poi sarà dura.

Stasera vado a guardare, nient'altro. Mi mischio nella folla e mi godo la vittoria di un uomo disarmato.

1 Say whaaaaat?|?:

Anonimo ha detto...

Abbiamo dei papà molto simili. Il mio si è messo a scrivere. Ed è colpa mia. Ovviamente ne sono fiero. Vorrei rubare qualche parola a Davide Lajolo e dire a tuo padre: "Tu hai fatto tante cose belle e importanti, ma tuo figlio è il tuo capolavoro." Lo penso. Lo sai.

m.