All I want for Christ.


E' iniziata la corsa agli armamenti, come la chiama Ilaria.
E ci sono le cose che notano tutti (alberi e presepi, zampognari e lucette colorate), quelle che nota qualcuno (gli arrangiamenti pop che improvvisamente si riempiono di cori e campanelle nel disperato tentativo di sfornare "involontariamente" la hit di Natale), e quelle che nessuno vuole vedere (una realtà quotidinana che si fa sempre più cinica e paradossale, le mille giustificazioni partorite dalla coscienza umana per tollerare un prelievo al bancomat dietro l'angolo dove un poveraccio muore di freddo).
Ma anche la lettera integrale di Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, a proposito dell'esito del summit appena concluso a Copenhagen, se vogliamo.

Lo show proseguirà senza intoppi, come sempre, guidato da espertissimi impresari e maestri di cerimonia. Sta a noi decidere chi interpretare e come.
Si può scegliere di agire o di fermarsi appena il tempo per cliccare "Mi piace" su Facebook.

Non starò certo qui a pontificare su come dovrebbe essere il Natale.
Certo però, non ditemi che è quel delirio compulsivo, quell'affanno senza senso che riempie i carrelli della spesa reali e virtuali. Chiunque pensa che non ci sia alternativa, che sia normale, che ci faccia bene, che sia per noi, ha una pessima opinione di sé e della specie vivente a cui appartiene.

(Nello spazio di questa parentesi c'è una giornata intera con tuo figlio. Il bello della diretta. E del tasto "salva come bozza".)

Cominciava a sembrarti tutto falso e meschino, allora sei fuggito via.
In barca, verso il largo, lontano da tutto e da tutti. All'improvviso un rumore sordo.
Il tuo battello ha urtato le gigantesche quinte che per anni hai chiamato cielo.
E finto. E' blu dipinto di blu.
Se questa non è solo una memorabile scena di Truman Show ma è - o è stata - la tua vita, al tuo grido disperato non risponderà Ed Harris, ma Dio.
O almeno a me è andata così.

E Dio, per chi ci crede e per chi no, sta nella verità. Pura, semplice e assoluta.
La verità delle cose, dei fatti, dei rapporti tra le persone, la verità con te stesso. Niente più versioni romanzate o licenze poetiche. La messa al bando di ogni ipocrisia.
Lo chiamo Dio perchè poi, a pensarci bene, si tratta del massimo a cui si possa aspirare: vivere liberi da ogni schiavitù, scegliere consapevolmente ogni cosa, avere il famoso coraggio delle proprie idee, sospesi come funamboli in un cosmo di cui sappiamo solo una manciata di come e zero perchè.
Si, lo so, una storia lunga e complessa. Non una roba da blog.

Per questo sono grato a chi, come Pierre Bourgeault autore dello Zio Sam qui sopra, parla chiaro.
(Ma anche questo non scherza.)

E' un processo di disintossicamento graduale e una volta che hai iniziato va sempre meglio.
Butti un pò di carico in mare e qualcuno già ti vede come una specie di asceta, di cultore delle privazioni.
In realtà ti stai solo liberando dei pesi che ti impediscono di andare avanti.
Devi arrivare a sentire quel rumore sordo, a toccare le quinte, se vuoi smetterla di sentirti sempre e ovunque a disagio. Devi porti domande che la tua coscienza, allenata a fare zapping, si affretterà a mettere da parte. Devi fartele ancora, e ancora. Il primo passo per liberarsi da qualsiasi schiavitù sta nel riconoscersi schiavi, poi viene il bello.
Quando quell'omino mesto e borghese che hai dentro capirà chi è che comanda, spegnerà la tv e alzerà le tapparelle, permettendo al sole di illuminare la stanza, finalmente.

Emancipate yourself from mental slavery, diceva qualcuno. In quella frase c'è l'augurio che faccio a chiunque legga queste righe. Per il Natale, per l'anno nuovo che sta arrivando, per la vita, l'universo e tutto quanto ne facciamo.
Non viene da uno che ce l'ha fatta, è chiaro. Ma da uno che diverse volte c'è riuscito, questo si.
E se lo auguro è perchè è meraviglioso. Molto meglio dell'essere "più buoni".

E alla fine un consiglio. Le indicazioni per trovare un tesoro* che arricchisce davvero, non l'ennesimo gingillo.
Da leggere tenendo a portata di mano un'antologia completa dei racconti di Camelot.
Si, proprio quella. La Tavola Rotonda.

Fidatevi.

*Sottotitolo e copertina orrendi, come ahimè è sempre accaduto con tutto ciò che c'è di davvero importante a questo mondo. Ma tu non ti fermerai per così poco, vero?


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