Io sono tuo padre. (Vol. 7 - L'arte della guerra)



Politica, scuola, ecologia, arte, sport. Società. Amici.
Un figlio è un paio di occhiali 3D per vedere il mondo com'è davvero.

Avere un figlio significa trasformare la porta della tua casa nell'ingresso dell'Ambasciata di Nutopia.

Ma un figlio in un Paese che gli dedica si e no l'1% del Pil è il corno che precede la carica, una danza Maori, un kiai permanente.

Un figlio è uno strumento che nessuna scienza e nessuna tecnologia saranno mai in grado di eguagliare. E' Lo specchio di ogni sfumatura del tuo essere. Puoi vedere come ti muovi attraverso i suoi gesti.
Ascoltandolo puoi scoprire come parli. Il tono della voce, la cadenza, le parole che usi. E limare, smussare, affilare.

E presto, quando saranno due, sarai chiamato ad eleccellere nell'Hyōhō Niten.

Perchè la prima conquista dell'arte della spada è l'unità tra uomo e spada.
Quando la spada è nell'uomo e l'uomo è nella spada, anche un filo d'erba è un'arma affilata.
La seconda conquista è che la spada è assente nella sua mano, ma è presente nel suo cuore. Anche a mani nude egli può abbattere il proprio nemico a cento passi.
La conquista finale dell'arte della spada è l'assenza della spada nella mano e nel cuore.
La mente aperta contiene tutto. L'uomo di spada è in pace col mondo.
Egli non uccide, e porta la pace all'umanità.


Due figli sono due specchi. E tua nonna te lo diceva sempre: non mettere uno specchio contro l'altro o arriverà il diavolo.

Come frecce nella mano d'un prode, così sono i figli della propria giovinezza.
Beato l'uomo che ne ha piena la faretra.

(Sal 127: 4,5)

Io salto come un pop corn / su questa terra che brucia / su questa eterna sfiducia.
(Caparezza)




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