IL Uomo.

L'ho comprato, acquistando Il Sole24Ore penso per la quarta volta in vita mia.
L'ho comprato perchè incuriosito dalla campagna di presentazione che recitava: "IL UOMO. La nuova definizione del maschile" e, soprattutto, l'ho comprato perchè, dopo una prima sfogliata in edicola, ho intravisto qualcosa di raro che, quando c'è, mi basta per andare in cassa e pagare col sorriso.
Non entrerò nel merito degli equilibri grafici ed eviterò le seghe mentali che l'argomento porta inevitabilmente con sè ma una cosa devo dirla: in mezzo ad un quantitativo inaccettabile di pubblicità a doppia pagina, di quelle che già smadonni alla ricerca di un sommario che non arriva mai, in mezzo a tutti quei Prada, Nero Giardini, Loro Piana, Pirelli, Alfa Romeo e alle loro pagine sempre uguali che vendono un made in italy scomparso da almeno dieci anni, in mezzo a tutto questo, dicevo, sopravvive un pò di passione. Sana, vera.
E' il primo numero e il team sceglie di mostrare al pubblico gli ingredienti base della rivista: la griglia di impaginazione, i font acquistati e/o creati per essa e il criterio che li ha guidati nella stesura.
Ottima cosa per un mensile del genere e ottimi risultati per il pubblico a cui si rivolge.

Nonostante sia una sorta di XL per ometti cresciuti, con un rapporto pubblicità/contenuti forse anche peggiore, gli articoli scorrono via piacevoli alla lettura. Anche quelli meno ben scritti vengono aiutati da un impatto visivo decisamente fludio, minimale senza essere scialbo, elegante senza apparire snob.
Insomma, per quanto riguarda la grafica e - a tratti - la scelta degli articoli, è indubbiamente un bel lavoro.
Pur non essendo mai stato un lettore di riviste simili (ho abbandonato XL dopo i primi numeri e ne compro uno ogni tanto, pentendomene sempre) sono convinto che al momento non ce ne siano di altrettanto ben fatte in giro, almeno per quanto riguarda l'Italia.
Vorrei fare un applauso nominando i diretti responsabili del buon lavoro di impaginazione ma arrivato al colophon qualcosa mi ricorda che siamo ancora nel belpaese:
C'è un art director, un creative director e due autori del progetto grafico. Vabeh, facciamo i complimenti a tutti così non si offende nessuno...

Veniamo ai contenuti.
Sorvolando sui trafiletti idioti e sulle mezze pagine che non mancano di spiattellare argomenti assai complessi con imbarazzante superficialità, tralasciando il tono simil-ammiccante-finto-irriverente con cui sembra sia d'obbligo scrivere al giorno d'oggi, mi scopro a condividere buona parte dell'articolo su Obama ad opera di Paolo Martini (cover story del numero, ne consiglio la lettura a chiunque, compresi i link che vengono citati).
Poche pagine dopo vengo introdotto a Mad Men, serie tv su un team di pubblicitari degli anni '60 che ho deciso di vedere immediatamentissimamente. Apprezzo la perfetta playlist abbinata ai maggiori articoli e mi ritrovo, a fine lettura, curioso di scoprire il prossimo numero. Non è poco per una prima uscita di una roba che di solito mi lascia indifferente e non è poco considerati i 50 cent che chiede.
Più di una volta ho pensato "se ci fosse dentro Gipi come ne L'Internazionale sarebbe perfetta".

Tra le tante cose vi ho trovato una definizione di globalizzazione che cercavo da tempo, qualcosa di incisivo, critico senza essere polemico e breve per restare nella testa come monito per chi, come me, quando viaggia odia sentirsi un "cliente" ed evita in tutti i modi il turismo preconfezionato.
Peccato non ci sia l'autore. Comunque eccola qui:

"Le nazioni sono ormai quartieri tematici raggiungibili in tempi da metropolitana."

Tocco chic: sulla costa della rivista è riprodotto un tessuto sartoriale. Sarà così ogni mese. Si inizia dal Saxony (stranamente scritto con la "i") con tanto di peso, finezza della lana, armatura e composizione. Una scelta insolita ma efficace che, oltre a dirla lunga sulle intenzioni della rivista, compiace il lettore-tipo de Il Sole che da settembre si ritroverà questo malloppo in allegato una volta al mese.

Tocco shock: bel nome "IL". Peccato non stia tanto per "articolo maschile" quanto per un assai più banale "Intelligence in Lifestyle". Bah.

Bene. Detto questo, oggi riparte Heroes e fra una settimana Dexter. Aggiungiamo Mad Men e abbiamo risolto l'attesa del sesto cofanetto di Magnum P.I.
Così, pour parlè.

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