Fashion victim.



La moda mi sta uccidendo.
Ho appena passato uno dei tanti "Momenti Stanis", quelli in cui tutto si rivela dannatamente "troppo italiano" e tra sospiri e sbuffi sei tentato di dire andatevene affanculo. Tutti. Io la mollo questa serie.
Dove per "questa serie" si intende questo mestiere. Queste persone, soprattutto. Questa gerarchia di sopravvalutati, nevrotici, lunatici, checcheisteriche, incompetenti e approssimative teste di cazzo.
Scusate lo sfogo ma a volte - ed oggi è una di quelle - mi è indispensabile.
Soprattutto adesso che mollare la serie è altamente improbabile, quello di abbaiare alla mediocrità che a volte mi circonda è diventato un bisogno fisiologico.

Mi chiedo quanto durerà ancora questo produrre aria su stracci venduti con un ricarico minimo del 350% a flotte di imbecilli.
E visto che so gia la risposta, non mi resta che far leva su tutta la testardaggine rimasta per costruirmi un'alternativa.
Diventa ogni giorno più urgente. Sembrerà assurdo ma a pensarci un attimo è abbastanza naturale. Quando la creatività è la tua unica fonte di reddito (e viene applicata a tutto, anche e soprattutto a cose di cui ti frega meno di zero) hai periodicamente bisogno di nutrirla e lasciarla correre senza guinzaglio nei posti che ama di più.
Altrimenti, quando le chiederanno ancora una volta di scattare a comando con una pistola puntata alla tempia, ti guarderà con quegli occhi che hanno i conigli accecati dagli abbaglianti, di notte, l'attimo prima di essere investiti.
E questo no, non può e non deve succedere.



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