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[Ecclesiaste 1:9ss]



"[...]Si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non l'avrebbe mai posto al governo).


Tutti questi delitti furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi.
Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti.
Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti.

Perché il popolo tollerò, favorì e applaudì questi delitti?
Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché egli era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani).

Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti?
Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto.

Egli, uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto e libero, sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un pò ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo.
Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine.

Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso. Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così egli predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse.
Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così egli con le masse.
Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità.
Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena e la musica patetica. Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse.
Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.

Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare."

Elsa Morante. 1945.

Dichiarazione di compromesso.





Sul Nido non ho mai parlato di politica.
Ho sempre preferito discutere l'argomento faccia a faccia, in famiglia e tra amici intimi.
Oggi lo faccio semplicemente perchè voglio fissare un pensiero (che poi a guardar bene è il motivo principale per cui ho aperto questo blog).

Fissare un pensiero, dicevo, ora che le vie della città e la tv e la stampa e i giornali sono saturi di tutti quei faccioni associati alla créme de la créme dei creativi nazionali, per un tripudio di con te, per te, uno di noi, uno di voi, per voi, a noi, di a da in con su per tra fra.

Oggi, com'era prevedibile, la valanga di carta sprecata è arrivata fino alle cassette postali.
E anche stavolta non ho resistito. Li ho letti. Prima la Polverini, poi il boss.
A stomaco vuoto, s'intende.
Pagina dopo pagina, mistificazione dopo mistificazione, non posso fare a meno di chiedermi quanti, tra i miei connazionali, ci cascheranno ancora.
E quanti sono così assuefatti da non porsi il problema.
E quanti, disperati, si butteranno dall'altra parte, che oggi equivale a prendere lo stesso schiaffo da un'altra mano.
Poi mi sono venuti in mente i vuoti a perdere, quelli che non votano e si sentono rivoluzionari, invece ci lasciano in pasto alle ultraottantenni e ai capetti che lo amano, gente di cui è pieno il paese.
Stavo per cadere preda di un senso d'impotenza atroce, roba da non riuscire a guardare mio figlio negli occhi. Era nitido il ricordo delle ultime regionali, quando tornando a casa incontravo gente del quartiere che si trascinava verso il seggio, con certe facce che non potevi non pensare agli elefanti che se ne vanno a morire.

Ci ho pensato bene, ci ho ragionato a fondo.
E credo che questa giovane restauratrice che 'conosce il Kung fu', (per rubare la battuta all'eletto) sia l'unico nome che riuscirei a scrivere lì sopra senza provare vergogna per il paese dove sono nato.
Il guaio è che, per il penoso giochetto delle alleanze, appoggiare un consigliere regionale di IDV significa dare una mano alla Bonino. Che la tollero appena un filo di più della principale avversaria. Per mille motivi.
Ne diciamo almeno uno? Sarà che una così la trovo semplicemente agghiacciante.
Come trovo agghiaccianti, inumane, tutte le strumentalizzazioni in atto, da entrambe le parti, in materia di aborto, tema sul quale regna la disinformazione più assoluta. Altro che Minzolini.
Senza qualunquismo. Io un bambino di 8 millimetri l'ho visto, e nessuno mi toglie dalla testa che quello è un bambino. Punto. E io la 194 non la toccherei di certo, ma mi piacerebbe, e molto, che si iniziasse a dare alle cose il loro vero nome.
Vedete, aborto viene da ab-orior, perire. Interruzione di gravidanza è già un'altra cosa. Che ne dite, ad esempio, di omicidio? Tollerato, assistito, legalizzato, ma pur sempre tale?
Ovvio che il discorso è ampio e la faccenda assai delicata. Non è roba da quattro righe su un blog, quindi torniamo a noi. La parentesi è servita solo a farmi/vi capire una cosa: piuttosto che appoggiare Bonino o Polverini mi caverei un'occhio.

Quindi si sta rivelando una scelta ben più sofferta del previsto.
Votare una persona per la quale si nutre una stima sincera e con questo gesto appoggiare la candidatura a presidente della tua regione di qualcuno che senti lontano anni luce, diciamolo, non era tra i miei obiettivi.
Questo la dice lunga sulla totale mancanza di identificazione in qualsivoglia schieramento.
Il che a trent'anni non è proprio una questione da prendere alla leggera.

Insomma, il 28 Novembre scorso sono nati nel Lazio i primi Movimenti 5 Stelle e ad oggi solo Albano e Grottaferrata sono attivi. I meetup nati dal carisma di Grillo stanno lentamente diventando un'alternativa concreta, un passo alla volta il Popolo Viola si struttura, dalla rete partono sempre più proposte attuabili e sempre meno utopie.
Good things comes to those who wait.
Per ora - ahimè - la priorità è uscire da questo patetico circo di pantegane.

Edit:

Un'ora di navigazione mirata ha scacciato ogni paranoia.
Non si tratta dell'essere o meno influenzabili. E' solo il frutto di un approfondimento che continuavo a posticipare e che - vuoi per la scelta a cui ero arrivato, vuoi perchè siamo agli sgoccioli - si era fatto non più rimandabile.
E così ho deciso.



Non stravedo per la Marzioli ma condivido molte posizioni espresse nel programma de La Rete dei Cittadini, (magari il logo lo rifacciamo, eh?) la lista civica indipendente da cui proviene la sua candidatura.
Le paroline magiche lista-civica-indipendente pesano molto, il solo non essere costretti ad appoggiare un pazzoide pur di non sostenere i due schieramenti principali già mi basta.
La spinta definitiva l'ha data un commento letto sul blog Eco-lazio che riassume parola per parola il mio pensiero.

"I due candidati di spicco, Polverini e Bonino, appartengono ad un sistema di poteri che da decenni s'è reso colpevole, spesso in malafede, dei mali di questo paese.
E' assurdo ricadere nuovamente nella trappola del "voto utile", continuando a premiare gli schieramenti che si propongono come soluzione ai mali da loro stessi causati.
E' ora di svegliarsi ed agire, riprendere (o cercare di farlo) le redini dell'amministrazione dei beni comuni e lasciarsi alle spalle i giochi di potere di una politica malata e fuori dalla realtà, che vive sulle spalle di noi tutti.
Marzia Marzioli da anni lotta con i cittadini e per i cittadini, fuori dagli schieramenti e fuori dalle poltrone di palazzo: la scelta della Rete dei Cittadini è naturalmente caduta su di lei, degna rappresentante di una squadra di persone al lavoro per il bene comune di questa regione.
Spero che molti cittadini laziali comprendano che è necessario, oggi più di ieri, fare un passo indietro rispetto alle ideologie ed ai partiti, utili solo a dividere e depotenziare l'enorme patrimonio di risorse rappresentato dalle persone di buona volontà che si impegnano per ridare potere decisionale al popolo."

Parola per parola. Appunto.
Bene. Sembra che io abbia trovato la soluzione per non mandare in conflitto i miei neuroni quando aprirò la scheda nell'urna.

E poi dai, per un fumettaro il nome con la doppia iniziale e l'assonanza è una cosa seria.
Marzia Marzioli, Dylan Dog, Nathan Never, Peter Parker, Ponzio Pilato...

Si ringrazia Marco Martellini per quella vignetta che, ahimè, diventa ogni giorno più nostra.