Caldo. Atroce. Totale. Cicale, cicale, cicale.
Benedetto il mio lavoro che quando non sono a casa in mutande mi permette di andare in giro in sandali e bermuda.
A volte Leonardo mi guarda incredulo. E' nato a fine maggio ma giugno 2007 non è stato 'sto forno...o forse si...in ogni caso era troppo piccolo per realizzarlo.
Ok, stop. Non voglio fare il classico servizio emergenza caldo dei TG con le immagini d'archivio della gente in fila ai nasoni che si ripete sempre uguale dal dopoguerra ad oggi.
In questo post vorrei fissare un lampo della memoria che mi ha colto ieri sera verso le dieci quando, disperato, sono partito alla volta della gelateria più vicina in cerca di ossigeno.
Ho aperto il frigo dei gelati confezionati e mentre le mie mani cercavano la cosa più vicina all'azoto liquido è giunto alle mie orecchie un suono preciso. Ok, è un rumore, ma non me la sento di definirlo così per una sorta di rispetto che sento di dovergli da sempre.
Ho scoperto che è il suono con cui identifico l'infanzia. La mia infanzia, intendo.
Più delle ginocchia sbucciate, più delle cicatrici delle cadute dalla bici, più dei pomeriggi a lottare con mio fratello sul letto dei miei, più del cesto in vimini con dentro Voltron ed i Masters. Più di ogni altra cosa.
Provo a descriverlo meglio che posso, anche se so che nulla potrà rendere la magia esatta di ciò che intendo.
Un congelatore di quelli ad apertura orizzontale con le due ante scorrevoli. Io che non arrivo a vederci dentro e sono costretto a guardare i coloratissimi tabelloni con le riproduzioni dei gelati per scegliere il mio e la cosa non mi dispiace perchè anche se ancora non so che mi guadagnerò il pane con la grafica mi rendo conto che li sono più belli.
Il gelataio apre il misterioso sportello e vi infila il braccio.
I cartoni che contengono calippi, lemonissimi, fiordifragola, cuccioloni e piedoni vari, smossi dalla sua mano, si scontrano tra loro e la brina sulle superfici produce un particolare fruscio. Ecco. Quello è il suono.
E' magico. E' la spensieratezza totale. Mi piacerebbe dire al gelataio aspetta, continua a muovere i cartoni, mi piace quel suono, mi ricorda che sono piccolo e che il mondo è buono ma lui si gira verso di me e con il sorriso di chi sa che sta per renderti felice mi chiede:
Quale vuoi?
A volte Leonardo mi guarda incredulo. E' nato a fine maggio ma giugno 2007 non è stato 'sto forno...o forse si...in ogni caso era troppo piccolo per realizzarlo.
Ok, stop. Non voglio fare il classico servizio emergenza caldo dei TG con le immagini d'archivio della gente in fila ai nasoni che si ripete sempre uguale dal dopoguerra ad oggi.
In questo post vorrei fissare un lampo della memoria che mi ha colto ieri sera verso le dieci quando, disperato, sono partito alla volta della gelateria più vicina in cerca di ossigeno.
Ho aperto il frigo dei gelati confezionati e mentre le mie mani cercavano la cosa più vicina all'azoto liquido è giunto alle mie orecchie un suono preciso. Ok, è un rumore, ma non me la sento di definirlo così per una sorta di rispetto che sento di dovergli da sempre.
Ho scoperto che è il suono con cui identifico l'infanzia. La mia infanzia, intendo.
Più delle ginocchia sbucciate, più delle cicatrici delle cadute dalla bici, più dei pomeriggi a lottare con mio fratello sul letto dei miei, più del cesto in vimini con dentro Voltron ed i Masters. Più di ogni altra cosa.
Provo a descriverlo meglio che posso, anche se so che nulla potrà rendere la magia esatta di ciò che intendo.
Un congelatore di quelli ad apertura orizzontale con le due ante scorrevoli. Io che non arrivo a vederci dentro e sono costretto a guardare i coloratissimi tabelloni con le riproduzioni dei gelati per scegliere il mio e la cosa non mi dispiace perchè anche se ancora non so che mi guadagnerò il pane con la grafica mi rendo conto che li sono più belli.
Il gelataio apre il misterioso sportello e vi infila il braccio.
I cartoni che contengono calippi, lemonissimi, fiordifragola, cuccioloni e piedoni vari, smossi dalla sua mano, si scontrano tra loro e la brina sulle superfici produce un particolare fruscio. Ecco. Quello è il suono.
E' magico. E' la spensieratezza totale. Mi piacerebbe dire al gelataio aspetta, continua a muovere i cartoni, mi piace quel suono, mi ricorda che sono piccolo e che il mondo è buono ma lui si gira verso di me e con il sorriso di chi sa che sta per renderti felice mi chiede:
Quale vuoi?
6 Say whaaaaat?|?:
Uh mamma, operazione nostalgia!!!!
Mi sono sentita vekkia in un secondo, ma anke TANTO, TANTO FELICE....come una bambina ke pregusta il suo fiordifragola ^^
Eheh io ero più da calippo alla menta o da Magic Cola (il fratello cocacoloso del Fiordifragola). Poi sono stato iniziato al Cucciolone.
Anzi, a pensarci bene ricordo che per un pò quando compravo il cucciolone mi sedevo al tavolino del bar e provavo a copiare i disegni. Dopo 10 minuti mi ritrovavo con un disegno da regalare e un gelato da bere -_-'
...e cmq sia chiaro: il mondo ha iniziato a vacillare quando è uscito il Calippo Fizz.
Aloha
TM
panda ricorda fruscio.
a panda piace.
Hah! Thomas felice che panda ricorda! ^_^
Il ghiacciolone a forma di orso! Che goduria mangiargli le orecchie!
Heh! L'hai detto!
Benvenuta al Nido ;)
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