Pastpresentfuture

Eccolucca.

Tempo zero + pigrizia mille = per dire una cosa linka il post in cui la dicevi l'anno scorso.

Vo via.

L'anno prossimo sono 20, magari ci scappa un discorso un pò più articolato.

Ci vediamo fra 4 giorni.

Woooooosh.

Ragazzi, questo è un blues con riff in Sì, perciò occhio agli accordi e statemi dietro, okay?



Ho sei anni. Sono le 16. Vado al cinema.
Mio fratello non può. E' troppo piccolo, resta con i nonni.
Una settimana dopo, ovvero l'altro ieri, muore nonno Mario. Credo di averlo salutato proprio quel pomeriggio, prima di andare al cinema.

Il cinema.
Il mio primo film è stato E.T., tre anni prima. Questo è il secondo.
Stavolta mio fratello non viene con noi perchè i miei non vogliono ripetere l'esperienza. Come dargli torto? Dopo appena 13' di film, quando Elliott si scontra per la prima volta con la creatura di Rambaldi, esplodo in un pianto disperato. Così mi raccontano. Via dal cinema, subito. Ho smesso di urlare solo una volta tornato a casa.
Vent'anni dopo, sul set di Gangs of New York glie l'ho detto, a Elliott. Rideva. Cazzo ti ridi gli ho detto, in italiano. Rideva ancora. Ero indeciso se abbracciarlo o spaccargli la faccia sul posto. Ma le comparse le pagavano bene, quindi gli ho stretto la mano e l'ho ringraziato. Stop.

Il cinema, dicevo.
Oggi i miei sono tranquilli. Hanno visto il trailer, dicono che si può fare. E poi sono più grande, vado in prima elementare.
E così mi portano a Hill Valley.

E scopro Levi Strauss, Chuck Berry, i Platters, Jerry Lewis, la Libia, il plutonio.
Scopro che i paninari indossano il giubbotto di salvataggio e bevono Pepsi senza pagare, fantascienza e cappuccino.
E mentre mi chiedo se diventerò uguale a mio padre scopro che il presidente degli Stati Uniti è un attore e che se modifichi un monopattino puoi fare un sacco di roba interessante.
Hill Valley è meravigliosa. Ci sono dentro fino al collo. E non me ne voglio più andare.
Soprattutto quando li vedo uscire di scena in volo, verso il futuro.

Sulle note di Huey Lewis & the News ci alziamo, felici, incantati. Si accendono le luci. Il mondo è un bel posto. Ce ne andiamo a casa ma in realtà io, da quella sala, non me ne sono mai andato.
E siccome non potevo vivere all'Atlantic, vent'anni dopo il cinema me lo sono fatto in casa.
E siccome nel frattempo John DeLorean aveva mandato in fallimento la DMC, mi sono dovuto accontentare di una riproduzione in scala.

Per vedere il futuro devo aspettare di compiere dieci anni e tornare lì, una sera, appena prima di Natale. Incredibile. E' ancora meglio. Sarà perchè stavolta c'è anche mio fratello.
Nel frattempo ho rischiato di finire ammazzato un paio di volte cercando di agganciare un'auto con lo skate, ho imparato un sacco di parolacce (ma mutato figlio di puttana resta tutt'ora la mia preferita), ho disegnato flussi canalizzatori sui diari di scuola, ho desiderato ardentemente una chitarra elettrica e, ovviamente, ho ripassato le battute grazie a centinaia di repliche in vhs.

Il futuro.
Qualcuno ha detto che è pericoloso vedere il futuro. E se poi ti condiziona la vita?
E se poi ti trasformi in uno che colleziona cofanetti supadupa über alles deluxe e altre robe strane? E se poi contribuisce a definire le sfumature del tuo carattere, la tua visione del mondo e la tua idea di eroe? E se poi, insomma, ti segna per sempre?
A mio figlio dirò che quando si tratta di Zemeckis vale la pena correre il rischio.

Michael.
A sette anni ero già più alto di lui ma questo non ostacolava la venerazione. Soprattutto dopo averlo visto trasformarsi in lupo mannaro e diventare un dio del basket.
(Per qualche anno ancora mi sono chiesto come facesse Stiles ad avvolgere il fumo nella carta stagnola, ma questa è un'altra storia.)

Un anno dopo si torna indietro, in un passato parecchio passato. Scopro Clint Eastwood, Verne, Samuel Colt, gli "indiani" e il moonwalking.

Poi arrivano le medie.
Lo skate, la breakdance, i fumetti. Tanto per ricordarmi quanto di ciò che sono gli appartiene.

Poi arriva Spin City. Sono gia grande, ormai. Eppure questo brivido non riesco ancora a descriverlo.

Due anni fa, in quel funesto primo giugno 2008, ho scoperto che non avrei più potuto fare l'altro pellegrinaggio (il primo, per ovvi motivi, è a Honolulu) ma sogno ancora l'hoverboard. E dai, che ci siamo quasi.

Venticinque anni dopo la prima riga di questo post torno al cinema.
Obama non è Goldie Wilson, le macchine ancora non volano ma il mio culo viaggia in ibrida, è gia qualcosa.

Nonostante i colpi bassi della realtà, la magia è inalterata, intatta.
Forse non siete pronti per questa musica. Ma ai vostri figli piacerà.






Ciliegina sulla torta:
Okay, nel 2015 volerà ma oggi è elettrica. 28-10-10. h16 in Campidoglio. Enjoy.






Scuola. Pt.1


«Allora Leo, adesso papà va al lavor[GUARDAHOICALZINIDIDRAGONBALL!] ... ssseh.

Dicevo, Leo, papà adesso ti saluta e va al[GUARDAGUARDANBENTEN!] ... ok. Insomma Leo, dopo viene mamma a prender[GUARDAGUARDAHOLACINTACHESIAPRECOIBAKUGAN!] ...

Leo, come si chiama questo bambino?» «Daniele» «Ok, Daniele, per favore, puoi-[GUARDAHOLAMAGLIETTADISPIDERMAN!]... DANIELE, IO HO TUTTA UNA SERIE DI SUPERPOTERI CHE NON STO QUI A DIRTI E HO UNA DELOREAN CHE PENDE DAL SOFFITTO DI CASA E HO UNO DEI CENTO ESEMPLARI DI BOTTIGLIE DI SAKE DISEGNATE DA RUMIKO TAKAHASHI E HO IL CAPPELLO DI ARALE MA SE POSSO DARTI UN CONSIGLIO CERCA DI TENERE UN BASSO PROFILO ALTRIMENTI MAJIN BU, GLI ALIENI E VENOM TI STANERANNO IN FRETTA E A QUEL PUNTO NÉ. IO NÉ LEO POTREMO AIUTARTI CON LA NOSTRA BARRIERA ENERGETICA».

«Ciao Leo, a dopo» «Ciao papà».

Dispiace. Vol.1



I fagiolini, le mafie, il calciomercato, chi dice dieciotto, imprestato, addoprato
I tifosi, la Borsa, il ciclismo, l'infarto, chi appena parla 'il problema è un altro'
I froci vampiri, Moccia, Scamarcio, Fibra, Chiambretti, Mondo Marcio
Il raggaeton, le carie, i santini, l'aborto e il diritto ad avere bambini
le spiaggie private, il circo, i tronisti, i Camilleri, i Lucarelli, i chilhavvisti
La Brambilla, Rutelli, Sex and the city, Ghedini, Gheddafi, le Bratz e i Gormiti
Veline, velone, visoni e vallette, Venditti, i Vanzina, le cavallette
gioca e bevi responsabilmente, i Suv, le zanzare, i fa bene all'ambiente
Chi li chiama prodotti del concepimento, gli sconti del 5 e del 10 percento
Gigi D'alessio, i lacchè, la benzina, la mia faccia allo specchio, stamattina.

To be continued.


Cliffhanger.


(continua da qui)

B?


Bradford & Hall?

Layman e Guillory, ma insomma! Quante volte devo ripetervi che non si mangia in classe?

Kelly & Niimura?

Morse?

Neel?

Neil, ti ho visto, sai? Smettila di passare foglietti a McKean!
Silenzio per favore.

Peeters?

Bene signori.
Nonostante in questa classe di fuoriclasse ci sia già abbastanza classe, voi tutti siete a conoscenza della dedizione e dell'amore per il proprio lavoro che contraddistinguono il nostro illustrissimo Preside e rendono onore al nostro prestigioso Istituto.
E' dunque con immensa gioia ed autentico orgoglio che vi comunico la pubblicazione dei dati inerenti le prossime disposizioni scolastiche, nello specifico i nomi dei nuovi arrivati per il semestre in arrivo che, inutile dirlo, si preannuncia denso e ricchissimo.

Salutiamo dunque questa nuova stagione di meraviglie assicurando un momento di meritata suspance al Lettore, destinatario ultimo di ogni nostra prodezza.
Al mio tre girate la lavagna.





Woof.


Tu-tum, tu-tum, tu-tum.


Dormivi.
Così abbiamo sbirciato con calma quel musetto imbronciato e quel nasino dritto dritto, come quello della mamma.
Trentuno settimane, quarantaquattro centimetri. Una sventola.
Mentre pedalo sotto il sole parigino in Place du Parvis mi arriva un messaggio: si è liberato un posto alla Casa del Parto Naturale AcquaLuce. Apriti cielo.
Lì lavora l'ostetrica che venne da noi la mattina del 29 maggio 2007. Lì contiamo di replicare l'indescrivibile esperienza della nascita del tuo fratellone. Perchè lì l'ambiente è come quello di casa nostra. Di casa tua.

A proposito di fratelloni, come noi Leo non vede l'ora di conoscerti. E' tutta mia, dice.
Mi piace pensare che in quel momento, due creature unite da sempre e venute al mondo in momenti distinti potranno finalmente ritrovarsi, che noi siamo solo il tramite per portarvi qui. Chissà, forse è davvero così. Non importa. Tanto impazzirò lo stesso.

A presto,

papà


One dimensional fool in a three dimensional world.



Living these days is making me nervous. Eccetera.
Premessa: questo post è pieno di link. Time isn't on my side. Scegli anche tu i comodi e pratici link salvatempo.

Tanto per contraddire quanto affermato nel post precedente, queste righe parlano di cose.
Negli ultimi dieci giorni ne sono successe - e arrivate - a grappoli. Dopo tante to do list, ogni tanto una done list ci vuole.

Altra premessa. Per tutte le voci che seguiranno vale la regola: di questa cosa vorrei parlarne ora in maniera approfondita ma mi tocca rimandare a momenti migliori. Non per fare quello che non perde occasione di sottolineare quanto la sua sia una vita densa di impegni senza un attimo di respiro ma, come dire, se arrivi a raderti in modalità "pelo un giorno, contropelo il giorno dopo" la Carta Procrastinator è tua. E ti tocca usarla. A quel punto è una questione di diritti umani.

Ok, vamos.
C'è un lavoro che se non se ne va lui me ne vado io. Quando va bene, al massimo, è così. Ma il più delle volte è così.
C'è Granara che con certe proposte mi tenta ogni giorno di più.
C'è che sono mesi che faccio il conto alla rovescia in attesa di ricaricarmi l'anima allo Zenith. Parigi. Domani.
C'è una casa ad un passo dall'Aniene finalmente restaurata, pronta per una parentesi estiva al fresco, prima dell'armageddon (leggi: nasce tua figlia).
C'è l'upgrade dell'unica suite di cui ho bisogno dopo quella di Alan Silvestri.
Ci sono una serie di dischi che mi sono giunti attraverso varie strade ma ce n'è uno, di una band che ho adorato sin dal primo ascolto, che è stato un piacere autentico ricevere a casa direttamente dal titolare della voce che ne anima i pezzi. Al gaudio aggiungiamo pure due ganzissime tees in limited edition firmate da un collega che non conosco di persona ma che ha tutta la mia stima. E ora se me ne bullo capitemi.
C'è la roba nuova di Threadless a rinfrescare il guardaroba del turbonano.
C'è un passeggino norvegese per il quale serve la patente dei Gundam che tra le varie cose è un tentativo di riconciliazione con la mia schiena, che dopo due anni di PegPerego non mi parla più.
C'è la festa per chiudere un anno d'asilo che finisce e quella per aprire il prossimo che inizierà, con mille dubbi, altrove.
C'è il secondo capitolo di una trilogia che ho sparato dritta dopo Il Padrino.
Ci sono idee nuove e vecchi progetti da tornare a maneggiare.
C'è che prossimamente fumetto e cinema vi delizieranno con due orsi.
No, non è l'oroscopo di Rob Brezsny. Nel primo caso si tratta di un'opera piena di poesia che non dovete assolutamente perdervi. Davvero. Un titolo su cui ho avuto il piacere e l'onore di lavorare con gente che ne sa.
Il secondo manca forse della vena poetica (dipende dai punti di vista) ma ha il merito di perculare a dovere cinepanettoni vanzinari ed è firmato dal Roberto Saviano della fiction italiana. Che c'entra l'orso qui, dite? C'entra. L'orso sono io.

Stay tuned.

Dimenticavo: vendo Wii. Mail o cell, quando vi pare.